ROCCA ALBORNOZIANA
Luogo: Spoleto (PG)
Ente appaltante: Regione dell’Umbria
Committente: Regione dell’Umbria
Situazioni lavori: Lavori ultimati
Prestazione: progetto strutturale
Descrizione opere: Restauro della Rocca Albornoziana e Colle S. Elia di Spoleto, nell’ambito del Progetto integrato Spoleto dell’Unione Europea Ob.2, Asse 2, Azione 2.4
Anno incarico: 1995
Progettisti: Architettonico: Arch. B.Gori e B.Sperandio
Strutturale: Ing.Fabrizio Menestò
Impianti tecnologici: Ing. V.Cardelli e ing. E.Fucelli
Per le nuove esigenze funzionali imposte dalla destinazione carceraria, nel secolo scorso il cortile delle armi subì alcuni stravolgimenti architettonici. Vennero costruiti, infatti, due corpi di fabbrica, uno esterno (quello verso Ovest) ed uno interno (quello verso Sud) alle mura di cinta della Rocca. L’edificio esterno alle mura è compreso tra la “torre maestra” e la “torre nuova”, mentre quello interno è delimitato dalle torri “dell’acqua” e la “torre nuova”.
Si rende necessaria la costruzione di un soppalco a struttura in acciaio, per aumentare le superfici di utilizzazione, all’interno del vano del 1° livello. Per una migliore funzionalità diviene indispensabile abbassare il piano del terreno di circa
La scala esterna di ingresso e di sicurezza verrà realizzata a struttura interamnete in acciaio. Le modeste azioni sismiche verranno fatte assorbire alle robuste pareti murarie, cosicchè il dimensionamento delle membrature sarà fatto per carichi verticali.
La struttura interna di soppalco è realizzata autonoma dal resto dell’edificio esistente: Per quest’ultimo viene condotto un miglioramento consistente nel conetnimento della spinbta degli archi mediante l’introduzione di opportuni tiranti, la contro-volta in c.a. sulle volticine a foglio; la struttura del tetto con funzione di tirantatura della parete muraria verso valle. Quest’ultima verrà rompi-trattata pertanto a livello di copertura, al 2° livello - mediante i tiranti - e in fondazione mediante le travi cordolo-tirante.
Il corpo di fabbrica esterno alle mura è costituito da un locale lungo circa
La copertura è stata realizzata da capriate lignee, poste ad interasse di circa
La prima capriata cade all’interno del filo della finestra ed è realizzata in maniera tradizionale da un tirante tondeggiante di circa
Da capriata a capriata che come detto è di circa
Ala ex carcerario
Il locale di arrivo della scala al 1° livello è coperto da una volta a botte in foglio (foto n...). Analogamente abbiamo una copertura a volte a botte a folglio di mattone, di tutte le ex celle. I setti murari sono tutti realizzati a mattoni a 4 teste, a muratura mista è il muro di grosso spessore che costituisce la parete esterna. Le volte di calpestio sono realizzate ad una testa di mattone.
CORPO DI FABBRICA VERSO OVEST (SCUOLA EE)
Si rende necessario l’inserimento di un soppalco metallico a struttura in acciaio per aumentare le superficii di utilizzazione. Diviene indispensabile abbassare il livello del terreno di circa
L’intervento strutturale sul corpo di fabbrica Ovest, tende al miglioramento della struttura esistente, realizzando a livello delle strutture orizzontali dei diaframmi rompitratta. Verrà realizzato un solaio di copertura in acciaio-calcestruzzo, rigidamente connesso alle murature d’ambito, e notevolmente rigido nel proprio piano. Al primo livello si introdurranno dei tiranti in corrsipsondenza degli arconi, sia per attenuare la spinta degli archi stessi, che per migliorare il collegamento tra le due pareti parallele. infine a livello di fondazione si introdurrà una struttura in c.a. orizzontale con più funzioni: cordolo di sottofondazione degli arconi, corfolo-tirante per collegare la parete di valle a quella di monte, cordolo-trave di sostegno del solaio in latero-cemento areato di calpestio del 1° livello.Infine il graticcio di travi di fondazione avrà anche il compito di fungere da fondazione per il soppalco metallico.
La struttura in acciaio del soppalco, pensata autonoma ed indipendente strutturalmente dalla parte muraria, è stata dimensionata per assorbire le azioni sismiche pensando ad un indice di protezione S=1.2. E’ STATA RIGIDAMENTE CONNESSA ALLE PARETI IN C.A., CHE MOLTO Più RIGIDE SI ASSORBONO PER INTERO LE FORZE ORIZZONTALI.
La carta identifica i Comuni e le famiglie emergenti che con progressiva aggressività si muovono ai margini dei possedimenti della Chiesa, a presidio dei quali sarà in seguito dedicato il grande sforzo di riorganizzazione territoriale intrapreso dal Cardinale Albornoz, in vista del ritorno a Roma della sede papale (1370). La carta delimita inoltre il residuo territorio ancora formalmente denominato Ducato di Spoleto, da non molto incorporato nello Stato della Chiesa sulla base di controversi documenti di donazione. Il ducato di Spoleto ha origine nel 576 con la conquista longobarda, e si rafforza grazie alla posizione di dominio che Spoleto esercita sulla via concolare flaminia. Il territorio del Ducato comprende stabilmente per diversi secoli buona parte della regione appenninica umbro-marchigiana, con temporanea espansione ad Oriente fino a Fano ed Osimo, (fine del VI sec.), nel territorio di Chieti (fine del VII sec) in Sabina (VIII sec.) E fino al fiume Liri (IX sec.). Alla fine del VIII secolo, il Ducato si trasforma in feudo dei Franchi, ed i suoi duchi divengono in sostanza funzionari imperiali.”